Un cane gentile contro la paura dell’ago
La gentilezza è uno strumento fondamentale nella nostra vita alla quale spesso non diamo la giusta rilevanza. Nella sua complessa semplicità non è facile metterla in pratica, né trovarla dentro di sè e nel mondo. Ma è ciò che permette di superare anche i momenti di timori e di stress, come quelli vissuti in un luogo di cura. Per gli adulti, tanto più per i bambini, l’ospedale è un luogo di paura. Tutto assume, anche in pazienti non cronici e non gravi, un aspetto di minaccia, di confusione emotiva. Nell’infanzia infatti il ricovero ospedaliero rappresenta generalmente un evento traumatico e disorientante per il bambino, il quale può manifestare una varietà di vissuti negativi legati alla propria condizione di malattia e alla degenza stessa (Kanizsa, 1995).
Come evidenziato nel libro “Gli interventi assistiti con gli animali nell’area pediatrica) (F. Mugnai,ed av. Franco Angeli 2017)la presenza gentile e il posizionamento relazionale di un coppia formata da cane e operatore secondo un’approccio integrato, specifico di un intervento assistito con l’animale, aiuta il bambino e l’adolescente a concentrarsi sull’animale a distrarsi dalle proprie emozioni negative, così da farsi guidare in una relazione sicura fatta di azioni, pensieri e affettuoso e autentico scambio comunicativo, utili a vivere la cura medica.
La storia di Davide e Polpetta, ripresa in questi giorni da molte testate giornalistiche nazionali e sui maggiori social di informazione, ne è un esempio evidente: paziente fragile seguito dal Meyer da quando era piccolo, si è sottoposto al vaccino anti Covid al Vaccination Center dell’ospedale pediatrico fiorentino solo dopo aver ricevuto la visita di Polpetta, all’interno del progetto di pet therapy condotto dall’associazione Antropozoa,sostenuto dalla Fondazione Meyer. La presenza del cane, accompagnato dal suo operatore specializzato, e coordinato da un team interdisciplinare, è stata per lui il modo per affrontare la paura dell’ago e riuscire a sorridere e a recuperare fiducia in se, anche al momento dell’iniezione. È la cura emotiva della vulnerabilità all’interno dell’ospedale, della fragilità che si vive nei momenti di paura che è al centro di un intervento come questo, (Mugnai, 2021), ciò che sta alla base di questo incontro, e più in generale in questa relazione tra soggetto fragile e animale. Un rapporto importante che riduce lo stress e aumenta il proprio senso di efficacia e autoregolazione interna.
In sostanza nella relazione con l’animale sperimentiamo, anche oltre le situazioni critiche, l’occasione di una potente risorsa emotiva per abbassare le nostre difese emotive, permettendo così un contatto autentico non mediato, intimamente vicino.
Non necessariamente la gravità della patologia è associata alla difficoltà di recupero, non è raro trovare un bambino o un adolescente con gravi patologie croniche risoluto, vitale e propositivo, ma anche rilevare le condizioni diametralmente opposte. L’animale in ogni modo e in molte occasioni, assume il ruolo di “soggetto transazionale” a cui si intreccia una biografia del piccolo paziente, che non è solo malattia o diagnosi, ma è una storia di relazioni e di vissuti che fa di lui un individuo nella sua unicità.
La paura l’ansia collegata all’invasività di alcune necessarie pratiche cliniche, sono fenomeni molto presenti all’interno del percorso di cura dei piccoli pazienti e non vanno sottovalutati. Ancora prima del Vaccination Center, abbiamo testato, in 20 anni di pratica clinica e psicoeducazionale dentro la struttura nosocomiale fiorentina, la rilevanza e l’effetti benefici della presenza dell’animale sia Centro Prelievi, che nelle procedure specifiche dell’odontostomatologia, o anche in setting come quello neurochirurgico o di riabilitazione legato a specifiche manovre sanitarie. Non raramente ci è capitato di vedere avanzare in tanti luoghi dell’ospedale il “diritto alla relazione con il cane” come strumento di libertà espressiva nei bambini, e come una particolare amicizia con una funzione speciale. Diritto a cui medici e infermieri non hanno mai derogato. Il legame con l’animale nella cura dei bambini e nello specifico di quella pediatrica, rappresenta un elemento di calma sicurezza, un cuscinetto emotivo su cui appoggiarsi, senza preoccupazioni, ma con naturalezza. Per prendere una coraggio e una gentile iniezione di fiducia in se.