L’insostenibile leggerezza del fare: il talento dell’ animale
Viaggiando molto per formazione e osservando i vari e tumultuosi movimenti attorno alla pet therapy in Italia, mi accorgo e constato che esiste una grandissima eterogeneità di progetti educativi, sociali e riabilitativi in cui oltre a un non chiaro concetto del processo di cura, a prescindere dall’obiettivo e finalità, che l’animale attiva, esiste una confusione su quello che dovrebbe essere il ruolo attivo dell’animale.
In molti interventi il protagonista principe e principale è l animale, che viene immaginato prima, e posto successivamente, in un ruolo e in una performance che poco ha che fare con la comunicazione e la spontaneità necessaria in un incontro di comunicazione; ed essendo la pet therapy comunicazione tra specie questo è davvero un bel problema!
Molte volte osserviamo sopratutto cani, che esibiscono comportamenti ripetuti, routinari, consolidati privi di interesse e letture verso chi hanno davanti.
Si confondono, anche putroppo nei luoghi tecnici, quelle che sono le qualitá naturali e relazionali dell’ animale scelto da quelli che sono i criteri d’ idoneità degli animali.
Addestramento e educazione, performance e interazione poco sono conciliabili, e si sente davvero tutta la differenza di grado di qualità durante un intervento, su questi aspetti.
Un cane educato può essere anche in relazione, capace, grazie alla mediazione dell’operatore di portare il proprio talento, la propria curiosità e il suo intuito emotivo durante una seduta di lavoro.
Il controllo, la rigidità, la standardizzazione a cui spesso gli animali sono costretti, e ancor peggio pensati, non aiuta a far crescere la materia, tanto meno i nostri compagni pelosi.
Quello che accade è una separazione,tra ciò che l’animale “deve fare” da quello che l’animale “può essere”.
L’animale è istinto, e noi gli chiediamo di fare durante gli interventi assititi una cosa molto complessa e delicata.
Fidarsi di lui e lasciargli uno spazio di espressione non vuol dire essere un labile riferimento, ma semplicemete riconoscergli un alterità, una capacità di sintonizzaione che a noi, specialisti in pet, permette una piattaforma ccomunicativa.
Se abbiamo paura di muoverci con le emozioni i cani ci metteranno a dura prova…per fortuna!
Buona settimana Amici