La semplicità negli IAA è un sistema complesso?
La semplicità è faticosamente bella ma presuppone un grande lavoro di pruning , di sfoltimento perchè necessita di chiari intenti, autenticità e in certo senso leggerezza, nonchè onestà intellettuale.
Prendiamo per esempio l’attività di mediazione con l’animale. Ci accorgiamo che a volte cercare di ridurre i parametri al minimo al solo controllabile e misurabile fa perdere il dato di senso, il significato, oppure all’opposto capita di galleggiare nell’incontro frequentandosi con la semplice presenza ma senza contribuire ad una crescita a un nuovo step,ad un salto di evoluzione. Ecco che allora che se si pensa alla pet therapy, si percorrono strade tortuose e si corre il rischio di riempire in modo bulimico le attività i progetti e percorsi, di cose bizzarre, di fantasiosi e curiosi pensieri alternativi perdendo il vero senso dell’incontro con l’animale, e svuotando di contenuto l’incontro. Il momento è difficile evidentemente, ma il grosso rischio sta nell’estrema banalizzazione e nel buttare in campo tutti i protagonisti Bambini Animali solo per riempire vuoti. Non tutti possono fare un lavoro del genere, nonostante il fiorire e la sovrabbondanza di offerta formativa, tanto meno adesso, sia per formazione personale, sia per capacità di lavorare sulle proprie emozioni e sopratutto sentire quelle degli altri. Non basta la buona volontà o l’amore per qualcosa di specifico per essere in grado di farlo, di farlo per davvero. Qui si lavora “solo per la cura dell’altro” con e insieme ad un essere senziente, vivo, che respira il tutto, l’animale. Poi c’è ancora un “altro” che spesso è in difficoltà. Le rigide categorie di definizione di diagnosi di etichettamento non immunizzano da tutto questo. Il sentire è un unicum. Allora agiamo con scienza e coscienza, aspettiamo di essere pronti a fare questo lavoro e non solo titolati. Con semplicità, lentamente e maturità emotiva. Pensandolo empaticamente e agendolo con rispetto e cura dell’altro.