Dalle nostre radici,sempre in cammino:20 anni di pet therapy (IAA)
Festeggiamo 20 anni di attività ufficiale di Antropozoa: 20 anni dalle nostre origini, ma le cui radici sono ancora più profonde, in molti anni prima. Venti anni fa ancora gli interventi assistiti con gli animali in Italia erano un mistero, soltanto pochi avevano questa passione. Esisteva un modello americano rigoroso e anche troppo rigido standardizzato e questo è stato una fortuna, perché ci ha portato a incuriosirci e a voler approfondire meglio alcuni aspetti legati all’umanizzazione delle cure. Immediatamente abbiamo ragionato in termini umanistici, di sostegno incanalando le nostre energie in un modello relazionale anche nell’approccio all’animale. Abbiamo viaggiato, conosciuto professionisti molto diversi dallo stile italiano, abbiamo scoperto caratteristiche nuove, da approfondire, costruito alleanze per la cura. Ne è nato un modello ‘nostro’, eterogeneo e più flessibile, strettamente legato al rapporto tra animale, paziente e operatore umano, che abbiamo portato negli ospedali pediatrici con attenzione e tatto, rispetto e dubbio sull’ipertecnicismo. Sempre pronti a migliorarci. I primi passi nei reparti in realtà sono stati percorsi fuori dalle mura ospedaliere: i bambini ricoverati uscivano negli spazi esterni e vivevano la loro esperienza con i nostri Kato e Quelo, i pionieri della “pet therapy in “Italia. Non tutti potevano però uscire: nel caso, il contatto era solo visivo, attraverso una finestra. Per chi poi era allettato, non c’era possibilità di poter fruire del beneficio apportato dagli animali. Piano piano, in punta di zampa, e con grande coraggio dei medici e dei sanitari dell’Ospedalino Meyer, grazie alla Fondazione Livia Benini, e poi alla Fondazione Meyer i cani sono entrati progressivamente in ospedale seguendo protocolli igienici precisi, rigorosi, partendo dalle sale di attesa degli ambulatori e del pronto soccorso per poi arrivare nei reparti. Oggi sono parte integrante del percorso di cura ed entrano in tutti i reparti grazie a un protocollo che è diventato una sorta di manuale degli IAA e ha ispirato tante altre strutture sanitarie in tutta Italia e non solo.
In questi 20 anni anche gli animali sono molto cambiati: se prima venivano educati con sessioni di addestramento classiche, ora la fondamentale formazione è affiancata anche a un mantenimento della loro spontaneità e della loro unicità come soggetti. Abbiamo capito quanto sia fondamentale questo soprattutto di fronte ad alcune problematiche, come nei casi psichiatrici e nelle terapie non farmacologiche, per i quali veniamo sempre più spesso chiamati negli ultimi anni.
Siamo cambiati anche noi. Eravamo in due, oggi siamo una squadra di 15 persone. Abbiamo studiato, cercato, costruito partnership di valore anche in ambito internazionale grazie al Centro di Ricerca Antropozoa (www.antropozoa.it) senza mai dimenticarci della cura; abbiamo approfondito, ma soprattutto imparato dall’esperienza, dai bambini e dagli adulti che abbiamo incontrato, da ciò che abbiamo vissuto nella nostra quotidianità. Abbiamo imparato anche dalle avversità, come due anni di pandemia che ci hanno portato forzatamente a ripensare questa materia farla crescere in una nuova entusiasmante dimensione. Diversa ma più rigorosa.
E abbiamo imparato dai nostri animali, i “prof” più importanti di tutti. I cani Laila, Cannella, Budino, Polpetta, Galileo, Mali, i gatti Cumino, Pitagora la cavalla Manon, la dolce asina Lulù con la loro semplicità e istinto ci hanno portato a compiere passi da gigante in questo mondo.
Una zampa avanti alla volta, senza mai dimenticare le radici delle nostre origini, ma proiettati nel futuro.