L’entomofobia: quando il nemico è un piccolo insetto
Tra le forme di paura più diffuse c’è l’entomofobia, che dal greco significa paura degli insetti. Che siano scarafaggi, cavallette, anche zanzare… le specie sono tantissime e dunque anche le forme di terrore che a vari livelli provocano sono differenti. Quando sfocia in vera e propria fobia, diventa anche limitante. Perché gli insetti sono un po’ ovunque, sicuramente di più in zone di campagna, in spazi aperti, nei boschi, in generale nella natura. Ma ce ne sono tanti nelle città, nelle case, nei luoghi di ufficio. Insomma, la fobia degli insetti rischia di diventare invalidante, anche perché non si possono totalmente evitare.
Ho avuto pazienti che hanno ammesso di aver rinunciato a viaggi da sogno in località lontane per la paura di incrociare qualche insetto sconosciuto.
L’entomofobia esiste anche in forma anticipatoria, infatti: l’ansia arriva ancora prima ancora di vederli, anche solo il pensiero che potrebbero esserci fa tremare.
I sintomi sono quelli tipici dei disturbi dell’ansia e degli attacchi di panico: sudorazione, tremore,impossibilità di mantenere la calma, tachicardia, accelerazione della respirazione, senso di mancamento, giramento di testa, nausea… perdiamo il controllo di noi stessi e del nostro corpo oltre alla voglia, spesso pericolosa perché incontenibile, di scappare via a tutti i costi. Difficile definire quando inizia questa fobia: può essere per causa traumatica, per esempio familiare (nostra madre aveva paura degli insetti) o – ed è molto diffuso – per questioni culturali. Abbiamo infatti idea che la
presenza degli insetti sia causato dalla sporcizia, dalla carenza igienica, dai rifiuti e dal degrado. Per alcuni di questi animali è vero, ma nella maggior parte dei casi no, non corrisponde a realtà.
La razionalità però difficilmente riprende il sopravvento anche di fronte all’evidenza. L’aspetto culturale è facilmente dimostrabile nel momento in cui qualcuno si trova a trascorrere un tempo più o meno lungo, per vacanza o per lavoro, in luoghi dove ci sono tanti insetti: all’inizio danno fastidio, la
loro presenza irrita e suscita ribrezzo e ansia, poi piano piano ci si abitua. Ma rientrando nella propria terra, casa e routine, siamo punto e a capo con la nostra ritrosia.
Curare l’entomofobia è possibile. Anzi, è un dovere nei confronti di noi stesi, della nostra vita e anche quella delle persone che ci stanno intorno, in particolare dei bambini che stanno vicino a noi e da noi imparano il modo di reagire di fronte agli eventi e incontri della vita.
La terapia cognitivo ha un’ottima efficacia, messa in pratica in maniera graduale grazie al sostegno di uno specialista. Bisogna procedere passo dopo passo, senza interventi troppo aggressivi e impattanti, come il contatto diretto e immediato con uno o più animali: potrebbero solo peggiorare la fobia.
Dall’iniziale valutazione del problema e delle sue origini, laddove sia possibile individuarne la causa reale, si passa a un’analisi del proprio timore per poi andare a una esposizione graduata (anche con tecniche di rilassamento) dapprima per immagini e per suoni e poi piano piano, nel rispetto dei tempi del paziente, fino al superamento dell’ansia di fronte a un esemplare di insetto.
Uscirne è possibile. Farlo indispensabile.
Dott.ssa Francesca Mugnai Psicologa clinica