La gentilezza: la moneta del benessere
“Ogni tipo di comunicazione presenta due aspetti: il contenuto e la relazione”. E il secondo classifica il primo. L’assioma fondamentale di Paul Watzlawick potrebbe essere dunque tradotto anche in altro modo: “La relazione è più importante di qualsiasi contenuto”.
E alla base della relazione c’è ciò che qualcuno ha cominciato a definire “il paradosso del benessere”, ispirato anche dal paradosso di Easterlin sulla felicità: la crescita del benessere legata all’aumento del reddito non tende all’infinito, ma decresce dopo aver raggiungo una determinata soglia.
La felicità, il benessere, la contentezza, non si possono comprare.
Però si possono conquistare? E la “moneta” di questa transazione è la gentilezza.
Una relazione basata sulla gentilezza, porta fiducia. Più saremo capaci di dare fiducia agli altri, più ne otterremo. Perché in generale la sfiducia verso gli altri è un segno di mancanza di fiducia in se stessi. Viceversa, la fiducia negli altri, è fiducia in sé.
Lo ha spiegato molto bene Frank Martin nel suo libro “Il potere della gentilezza”. Ha elencato 16 regole d’oro per creare l’alchimia della gentilezza. Senza volerle elencare tutte, cito solo alcune caratteristiche fondamentali: compassione, dare gratuitamente, pensare positivo, essere determinati e umili, ridere e avere leggerezza, avere rispetto e voglia di aprirsi agli altri, essere onesti. E comunicare, sia nel parlare che nell’ascoltare.
Banalità? Purtroppo no. Sempre più spesso ci dimentichiamo non solo le basi della gentilezza, ma addirittura della convivenza. Quante volte ci capita di sottolineare l’onestà e la disponibilità di una persona. Non sono più virtù banali, ahimè.
Ma esercitandosi possiamo recuperarle e applicarle nella nostra quotidianità, per fare nascere relazioni di contenuto e di benessere.
Anche di questo si fa carico la psicologia, disciplina che non si focalizza – come erroneamente molti pensano – solo su ciò che non funziona, sulla malattia, sul disagio, sul problema. Anzi, è interessata da sempre e sempre di più sulle risorse delle persone. E il movimento autoregolativo che porta alla gentilezza ne è un fondamento.
Come ricorda spesso lo psicologo prof. Stefano Caracciolo, la gentilezza calma la rabbia, “dà un senso e un valore alla nostra esistenza”, ci fa affrontare diversamente i problemi e sentire bene con noi stessi.
No, neanche questo – purtroppo – è banale.
Andando parecchio indietro nel tempo, il filosofo Seneca sentenziava: «Ovunque ci sia un essere umano, vi è la possibilità per la gentilezza». Ma anche Esopo ricordava che “per quanto piccolo, nessun atto di gentilezza è sprecato.”
Venendo ai giorni nostri, nelle prime classi elementari sempre più spesso si insegnano i “gesti quotidiani della gentilezza”, come base della crescita del bambino come individuo nella società e come abitudine da applicare nella propria quotidianità partendo da parole semplici eppur spesso dimenticato come “grazie”, “per favore” e soprattutto “scusa”. Un ottimo insegnamento.
Essere gentili. Nei confronti degli altri. E nei confronti di se stesso. Ecco la moneta del benessere.
E nella gentilezza possiamo farci accompagnare dai nostri Amici animali. Loro si che sono Maestri!
Buon Agosto
FM