Voglio un cane “da pet therapy”
Spesso, molto spesso, ci viene chiesto consiglio per mail o tramite telefonate su “come acquistare un cane da pet therapy”.
Dottoressa, mi suggerisce una razza? Potete istruirmi il cane per mio figlio autistico? Il labrador va bene per mio figlio con ADHD?.
Cari genitori, ci spiace, ma il cane da pet therapy non esiste.
Non è un cane da tartufi né un cane da riporto. Tantomeno un cane per non vedenti E non è un “cane da pet therapy”.
Il cane da solo non fa terapia. Non ci stancheremo mai di dirlo, sopratutto di pensarlo!
Altra cosa è il cane impiegato negli interventi assistiti con gli animali; un cane educato, formato, che è cresciuto e vive in un ambiente particolare, con stimolazioni e una disciplina quotidiana costante, con un’educazione particolare e finalizzata al lavoro di cura che lavora al fianco di un operatore umano in progetto specifici, personalizzati, in continua evoluzione. Un collega, non un mezzo.
Il cane non è da pet therapy, ma inserito in un’equipe che opera in interventi assistiti con gli animali.
La cosiddetta pet therapy, o meglio gli Interventi assistiti con gli animali sono una disciplina che si opera in equipe. Non è una pillola che la prendi e passa il dolore. Tanto meno una panacea: non va bene per tutti. Anzi, in alcuni casi è sconsigliata. Ma di questo parleremo in maniera più approfondita.
La falsa credenza del “cane da pet therapy”, ammettiamolo, deriva anche da una tendenza un po’ superficiale, non riflettuta, tendenzialmente vittima di semplice entusiasmo, di alcuni professionisti della salute che consigliano di adottare un cane come se fosse uno strumento clinico.
Non è così.
Con l’animale stiamo bene, lo sosteniamo da sempre. Ma non a tutti costi, in ogni dove e sopratutto non in tutte le condizioni.
Adottare un cane è una cosa bellissima, ma solo se le premesse sono quelle giuste.
Allora se ci viene voglia di iniziare questo viaggio, proviamo a porci delle domande molto concrete.
1. Voglio davvero un cane?
2. Lo prendo solo per il bambino? O per tutta la famiglia?
3. Sono disposto a tollerare che non sia solo uno strumento di gioco o di benessere, ma un altro membro a tutti gli effetti della famiglia? Che fare se il cucciolo si mostra un tipo ribelle?
Se dopo queste domande ci rendiamo conto che le nostre motivazioni di base sono giuste e dunque sì, lo prendiamo per tutti come nuovo membro della famiglia, andiamo avanti con le domande.
4. Sono disponibile a nutrirlo, lavarlo, portarlo regolarmente dal veterinario, con tutti i costi che ne conseguono?
5. Sono in grado di portarlo tutti i giorni, anche più volte al giorno, a fare passeggiate esplorazioni.. Ho tempo da dedicargli per le coccole e il gioco?
6. Tutti i membri della mia famiglia, lo vogliono davvero? Sono disponibili a dividerci i compiti e le responsabilità nella sua gestione?
7. Sono disposto ad accoglierlo qualsiasi carattere manifesti, qualsiasi cosa faccia/combini?
8. La mia casa ha spazi e una disposizione tale da permettere all’animale di trovare una giusta collocazione senza essere sacrificato?
Se tutte queste domande trovano una risposta affermativa, siete pronti per prendere un cane. E accogliere in famiglia un nuovo membro che ci donerà, anzi ci doneremo affetto, coccole, soddisfazioni, affetto, benessere, sorrisi e che aiuterà i nostri figli a crescere imparando favorendo in loro il pensiero “empatico”, stimolando l’istinto alla cura, con un vantaggio nella sperimentazione di se stessi, nell’autonomia, nel pensiero creativo. Adotteremo un familiare e un alleato, un amico e un supporto.Un affido eterno!
Adotteremo un cane. Non un cane da pet therapy. Un amico. Non un mezzo di terapia!