Il muso non mente mai
Nell’animale cerchiamo un rapporto di autenticità, di semplicità. Inutile indagare nella relazione con il cane una complessità che è tipicamente umana, un fastidioso rumore che ci accompagna nelle relazioni personali. La nostra mente di donne e di uomini si carica di sovrastrutture di pensieri che talvolta diventano ossessivi e ci costringono a inutili acrobazie dell’io, voli pindarici e circumnavigazioni dentro noi stessi.
Si tratta di uno stato che tende a sparire quando siamo nel parco con il nostro cane, nel paddock con il cavallo o mentre puliamo l’acquario come forma di arte Zen.
Puoi essere un venditore di aquiloni, un pizzaiolo, il presidente di una multinazionale: quando siamo in diretto rapporto con l’animale, diventiamo emotivamente uguali, senza distinzioni sociali, di genere, di età, di etnia. E spesso anche sufficientemente vulnerabili.
Nella relazione con un animale ci si adopera nella costruzione di una reciprocità, di una cura di un altro essere vivente con bisogni diversi da noi e specifici. Perché ci troviamo all’interno di uno scambio emotivo, vero, autenticamente non filtrato, privo di ambivalenza. E non conta chi siamo, ma come stiamo in questa relazione.
Il rapporto con l’animale – oramai lo sappiamo – permette di sostare, di aspettare, di osservare, scegliendo anche il tempo giusto; consente di accogliere lo sguardo, respirare emozioni pulite e di benessere psicoemotivo. Negli occhi del mio animale cerco una verità di sguardo e una giustizia emotiva.
Parafrasando la frase di Luis Sepulveda “Il volto umano non mente mai: è l’unica cartina che segna tutti i territori in cui abbiamo vissuto” possiamo dire che il muso non mente mai . E ci rallegra con gioia vera nel viaggio della complicata quotidianità.
Buon Agosto Amici
Francesca Mugnai